Percezione dell'Etica
- Carlo Passoni
- 24 set 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 10 ott 2024
Cosa è giusto o sbagliato? Cosa è bene o male? Può esistere un “bene giusto” e un “bene sbagliato”? Può esistere un “male giusto” e un “male sbagliato”?
Sapete cosa cambia in tutte queste presupposizioni? La prospettiva.
In base alla posizione in cui ci troviamo rispetto al dilemma in questione, noi valutiamo condizionati dai nostri bias. I più saggi cercano di scindere anche questo aspetto fragile dell’essere umano, ma a mio avviso è pressoché impossibile.

È etico che il leone mangi la gazzella per sopravvivere? No, ma è necessario.
Questo banalissimo concetto primordiale è molto importante, perché siamo nati in una realtà con una Natura ben chiara:
“mors tua, vita mea”. Tutti gli esseri viventi non possono farne a meno.
Citando e rimodellando il concetto di Nietzsche:
”il valore di una persona è misurato dalla quantità di verità che riesce a sopportare”
Dobbiamo accettare il fatto che esistendo, in maniera diretta o indiretta partecipiamo al gioco “mors tua, vita mea”. Perché anche a livello lavorativo: ”il mio successo è il tuo fallimento”; "la mia vittoria è la tua sconfitta", e “il mio guadagno è una tua perdita”.
L’essere umano tende a percepire come pericoloso o nemico ciò che non conosce, un fenomeno radicato nelle nostre basi evolutive, dove l’ignoto rappresentava spesso una minaccia alla sopravvivenza.
Pensa ai personaggi antagonisti delle serie TV o dei film: quando vengono rivelate le loro storie e motivazioni, spesso iniziano a suscitare empatia agli occhi dello spettatore, che prima li malgiudicava. E magari, nonostante l’antagonista compia azioni completamente contro-etica, lo spettatore empatizza, identificandosi e giustificando il personaggio, solamente per la comprensione e conoscenza della sua storia.
Potete denotare che, anche nelle cose più piccole, la distinzione tra "bene" e "male" diventa molto meno netta.
Questo stesso processo avviene nella vita reale: il pregiudizio verso chi è diverso o estraneo si riduce man mano che conosciamo meglio l'altro. Più comprendiamo, meno temiamo.
Un esempio molto comune è quello del furto per necessità. Rubare è universalmente considerato sbagliato, eppure ci sono situazioni in cui una persona disperata ruba del cibo per sfamare sé stesso o la propria famiglia. In questo caso, per il ladro, il male del furto può sembrare giustificato o addirittura necessario, trasformandosi in un ‘male giusto’ agli occhi di chi deve sopravvivere.
La nostra vera natura emerge nei momenti di crisi, quando siamo costretti a difendere ciò che amiamo. In questi momenti, siamo disposti a tutto. L’etica scompare. Lo stesso vale nei casi estremi di sopravvivenza. Il fattore condizionante comune quindi che porta l’essere umano a non rispettare le regole morali, è l'estremità.
Ecco perché, come società, dovremmo fare tutto il possibile per prevenire situazioni estreme in qualsiasi ambito. Perché solo così possiamo mantenere un equilibrio. Solo così possiamo rispettare quei parametri che abbiamo stabilito per la nostra convivenza.
Quindi, siete sicuri di odiare veramente? Siete sicuri del vostro giudizio?
O semplicemente non conoscete ancora abbastanza?
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