Ego
- Carlo Passoni
- 23 set 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 1 ott 2024
Vi riporto un piccolo estratto dal mio libro (italiano), su quello che per me rappresenta l'ego.
L’identità riguarda la percezione che un individuo ha di sé stesso, includendo genere, tratti di personalità, ruoli sociali e appartenenze a gruppi quali famiglia, nazionalità, etnie e culture.
L’ego è il nucleo dell’identità personale di un individuo, il senso di “io” che emerge dalla consapevolezza di sé e dall’esperienza soggettiva.
Questo concetto di ego abbraccia la totalità dei pensieri, delle emozioni, dei ricordi e delle percezioni che costituiscono l’esperienza conscia di una persona, funzionando come il centro organizzativo del sé. Il suo scopo principale primordiale è quello di garantire la nostra sopravvivenza.

È attraverso l’ego che un individuo percepisce, interpreta e interagisce con la realtà circostante, utilizzando la consapevolezza di sé per navigare nelle relazioni sociali, nei compiti e nelle sfide della vita quotidiana. L’ego è quindi un costrutto dinamico che si adatta e si evolve in risposta alle esperienze esterne e alle trasformazioni interne.
Per me Noi, nella nostra totalità, siamo Ego. Senza strati come suggerito da Freud ( che ci suddivide in io, super-io, es), ma piuttosto un unico insieme di processi e sfumature.
Ego è quella magia al momento irreplicabile.
Ego per me è la nostra vera essenza, ciò che erroneamente viene chiamato “Spirito” o “Anima”.
È l’elemento che trascende la chimica.
Ego filosofico
Il primo passo per una gestione efficace dell’ego è l’autocomprensione: una profonda indagine interiore che mira a scoprire i contorni del proprio sé, i bisogni, i desideri, le paure e le aspirazioni. Questo processo richiede onestà e vulnerabilità, poiché implica confrontarsi con aspetti di noi che possono essere difficili da accettare. Tuttavia, è solo attraverso questa accettazione incondizionata che possiamo iniziare a lavorare con il nostro ego in modo costruttivo, anziché esserne in conflitto.
La chiarezza sui propri valori e obiettivi è fondamentale per orientare l’ego in una direzione che porti a una vera soddisfazione.
Definire ciò che è veramente importante per noi, al di là delle influenze esterne e delle aspettative sociali, permette di stabilire obiettivi autentici.
Un equilibrio tra la soddisfazione dei bisogni personali e il perseguimento di obiettivi a lungo termine.
Questo significa valutare criticamente le proprie aspirazioni, distinguendo tra ciò che è genuinamente importante per noi e ciò che è dettato da pressioni esterne o da una ricerca infondata di approvazione.
Un passo cruciale è definire personalmente cosa significa successo e soddisfazione. Questa definizione dovrebbe essere intrinsecamente motivata, basata sui propri valori e non su metriche esterne. Sentirsi realizzati dovrebbe scaturire dal raggiungimento di obiettivi che riflettono autenticamente chi siamo e ciò che desideriamo dalla vita, piuttosto che dalla mera accumulazione di successi sociali o materiali.
Perché sapete poi cosa succede?
Che crediamo di essere colmi di qualcosa dentro che poi in realtà non abbiamo. È da lì che nasce il vuoto. Se vi sta succedendo, vuol dire che state sbagliando parametri di valutazione.
Quando le tue relazioni soffrono ripetutamente per gli stessi motivi – come conflitti, incomprensioni o sensazioni di invidia – il tuo ego potrebbe essere il colpevole. Se ti trovi spesso in disaccordo con gli altri senza un chiaro motivo o se tendi a rompere i rapporti per motivi che, a posteriori, sembrano insignificanti, potrebbe essere il momento di esaminare il ruolo dell’ego in queste dinamiche.
Egoismo vs Altruismo
La psicologia evolutiva offre una prospettiva illuminante su questo tema, suggerendo che l’altruismo potrebbe avere radici nell’egoismo a livello biologico e sociale.
In termini di sopravvivenza, assistere gli altri nel proprio gruppo poteva aumentare le probabilità collettive di sopravvivenza e, di riflesso, quelle individuali.
Così, l’atto altruistico, pur sembrando disinteressato, può essere interpretato come una strategia evolutiva per migliorare il benessere dell’individuo attraverso il successo del gruppo
(siamo proprio dei mascalzoni ).
L’altruismo potrebbe altro che non essere un egoismo celato… un “egoismo 2.0”, dove la realizzazione personale e la soddisfazione derivano dal contribuire al bene altrui.
Questa prospettiva riconosce che gli atti altruistici possono generare benefici psicologici per il donatore, come il senso di appartenenza, felicità, e una migliore autostima. In questo modo, l’ego e l’altruismo non sono più antitetici ma diventano espressioni complementari della ricerca umana di significato e connessione.
E.. chi agisce per il bene degli altri a discapito del proprio interesse personale?
Secondo alcune teorie, gli atti di altruismo estremo possono derivare da un profondo senso di empatia e compassione, dove la capacità di sentire e comprendere il dolore altrui spinge gli individui ad agire per alleviarlo, anche a costo di sacrifici personali.
Questo può essere anche influenzato da valori morali interiorizzati, convinzioni religiose o filosofiche, (con una forte identificazione nella causa).
Questi comportamenti riflettono la complessità della psiche umana, dove il bisogno di connessione, l’empatia e la ricerca di un senso, trascendono la semplice logica della sopravvivenza.
La capacità di sacrificare gli interessi personali per il bene altrui evidenzia non solo la nostra interdipendenza ma anche la nostra straordinaria capacità di trascendere l’egoismo per un bene maggiore.
Amore filosofico
Psicologicamente, l’amore sfida l’ego in modi unici, spingendolo verso l’altruismo, il sacrificio di sé e l’espansione dell’identità per includere l’altro. L’esperienza dell’amore può portare l’ego a rinegoziare i propri confini, spesso mettendo in discussione le priorità e i valori personali in favore del benessere del partner o della relazione.
Non devi lasciar che l’ego detti i termini e condizioni del tuo amore (e relazione).
Che sia chiaro: il partner non è al servizio del tuo ego.
Fondamentalmente, l’amore vero richiede la libertà, non è una gabbia nel quale rinchiudersi.
Questo significa comprendere che amare qualcuno non è sinonimo di possedere, ma di volere la sua felicità e il suo benessere, anche quando non si allinea perfettamente con i nostri desideri o bisogni.
Relazione NON significa: “lei è mia” o “lui è mio”.
Relazione significa: “lei è con me” o “lui è con me”.
Separando le due identità, evitando di inglobarsi a vicenda.
Comments